Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 51– IV Trimestre 2016
(prosegue dal nr 50)
Abbiamo parlato nelle precedenti puntate delle vie più importanti di Arma, ma non possiamo tralasciare di illustrare la via San Francesco Saverio in Reg. Levà. Una strada storica, che unisce Taggia ad Arma ed è praticamente la porta della nostra bella Valle Argentina.
Ma andiamo con ordine: tutto inizia dal “Bivio Rossat”, come si chiamava negli anni addietro, ma dopo il 1940 venne cambiato in “quadrivio”, per la variante della Via Aurelia, voluta dal “Regime”, per evitare il passaggio a livello delle F.S. e la strettoia di via San Giuseppe nel centro di Arma.
La Via Aurelia, la grande strada nazionale, quando giunge alle porte della nostra cittadina (Bivio Rossat), a sinistra entra in Arma con via della Stazione, a destra volge all’interno, con l’allora definita Strada Statale n°548 di Valle Argentina, ora strada comunale di via San Francesco.
Bivio Rossat: la zona prende questo nome perché in quella zona la Ditta Rossat & Arnaldi gestiva la grande fornace di laterizi, da noi comunemente chiamata “la fabbrica dei mattoni”. Vi lavoravano centinaia di persone, era molto attiva e inviava i suoi laterizi in tutta Italia. La vicina stazione ferroviaria aveva un lungo tratto di binario, che dallo scalo merci s’inoltrava con i vagoni, nella fabbrica per lo scarico del carbone e per il carico dei vari manufatti in spedizione. Nel 1900 si costruì anche un grande pontile in ferro, davanti al Borgo marinaro di Arma, per l’imbarco, da parte dei grandi velieri, di mattoni e tegole, per il trasporto di questi manufatti, in special modo per la Città di Messina, colpita nel 1908 da un disastroso terremoto.
Ritornando lungo la via San Francesco, subito dopo la fornace, troviamo l’osteria detta “la baracca di Martin”, il gestore faceva anche l’elettricista ed era anche un bravo inventore di molte stranezze, come la bicicletta a molla che si caricava in discesa e si scaricava in salita e la pompa per gonfiare le gomme della bicicletta, incorporata nel telaio. Proseguendo incontriamo molti terreni coltivati ad orti ed una lunga sequenza di casette ad un piano con magazzini al piano terra.
Subito un’altra locanda quella di “Pinotto”, (tutt’ora esistente) e nel magazzino accanto lo stesso “Pinotto”, gestiva un avviata officina per la riparazione delle biciclette.
A seguire il forno per il pane di Panizzi, con annessa tabaccheria. La famiglia Panizzi era originaria di Badalucco ed il figlio Romeo fu per molti anni Sindaco di Taggia. A fronte la grande e bella “Villa Rossat”, abitazione del Conte Francesco Naselli Feo, proprietario della Fornace Rossat & Arnaldi. Anch’egli fu Sindaco esemplare per molti anni della nostra Città e si distinse fra la cittadinanza per la sua capacità e bontà d’animo, con il suo signorile comportamento.
Ritornando sul lato opposto, all’incrocio con Via Levà, (da “levatum” antico tratto della Strada Romana) un grande fabbricato abitativo, attorniato da una vasta area occupata da un folto uliveto, ove all’epoca della Festa degli agricoltori, Sant’Isidoro, si svolgeva un grande mercato con bancarelle, e per i bambini non mancavano le caratteristiche collane di nocciole, vera ghiottoneria d’allora, e il banchetto dei gelati. La Processione con la statua del Santo addobbata con tutti i prodotti dell’agricoltura locale, chiudeva la festa.