Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 54 – III Trimestre 2017
LA STORIA
Correva l’anno 1817, era il tempo in cui “l’Eremita”, come veniva chiamato il custode del Santuario dell’Annunziata, ai piedi del Forte cinquecentesco, si recava a suonare una campanella sugli scogli antistanti il Borgo, per annunciare che stava per iniziare la Santa Messa, che si celebrava nella “Chiesa Grotta” dell’Arma.
In quell’epoca nel nostro territorio accadde un fatto eccezionale e straordinario. Il 13 febbraio 1814, Papa Pio VII nel viaggio di ritorno verso Roma, dalla sua prigionia in Francia, toccò molti paesi della costa ed in particolare anche la nostra ARMA. Per l’occasione fu costruito un grande palco sul piazzale al centro del Borgo antistante il mare, da dove il Pontefice impartì la benedizione alla grandissima folla pervenuta da tutti i paesi vicini.
In ricordo di questo avvenimento nel Sacro luogo dove il Papa benedì il popolo, fu posta una gran croce che vi rimase per molti anni. Questo non bastava alla popolazione armese, che ritenne fosse giunto il momento di avere una propria chiesa, dove celebrare tutte le funzioni religiose e ritrovarsi in preghiera.
Fu presentata pertanto al “Consiglio Comunale degli Anziani”, un supplica per la richiesta di una sovvenzione con cui poter dare inizio ai lavori della erigenda Chiesa.
Il “Consiglio degli Anziani” così si espresse:
“…il giorno 28 settembre 1817, riconosciuto che questo Borgo è mancante di una Chiesa, e che è di tutta necessità di soccorrere questa porzione di popolazione con quelli aiuti che la religione somministra, viene concesso un primo contributo di £ 400,00…”
Subito fu dato inizio ai lavori e ci vollero ancora molti anni per portarli a termine, anche perché gli uomini e giovani validi erano impegnati sia alla pesca che nei trasporti marittimi con i loro velieri sul mare, per mesi, talora per anni.
Quando la Chiesa fu ultimata il Vescovo d’Albenga Mons. Ambrogio Daffra, concesse, pur non essendo Parrocchia, tutte le autorizzazioni a celebrare le funzioni religiose, anche le più importanti.
Giunti alla fine dell’800, con il repentino sviluppo di ARMA che aveva superato all’epoca i 1200 abitanti, la Chiesa di San Giuseppe non poteva più ospitare tutti i fedeli. Anche il Vescovo Daffra, era preoccupato per questa situazione, in quanto la Messa e le altre funzioni, venivano spesso seguite dalla strada, e l’allora via Nazionale Aurelia, che portava a Sanremo, registrava un intenso traffico di carri e delle prime auto. Si deve alla solerte e valida capacità dell’allora Rettore Don Antonio Vivaldi se, proprio da questo modesto edificio, battuto dalle onde del mare, parti la prima scintilla per la costruzione della nostra nuova e grande Parrocchiale di San Giuseppe e Sant’Antonio, ma questa è un’altra bellissima storia…