Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 56 – II Trimestre 2018
A Te, o grande eterno Iddio,
Signore del cielo e dell’abisso,
cui obbediscono i venti e le onde, noi,
uomini di mare e di guerra, Ufficiali e Marinai d’Italia,
da questa sacra nave armata della Patria leviamo i cuori.
Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione.
Dà giusta gloria e potenza alla nostra bandiera,
comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei;
poni sul nemico il terrore di lei;
fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro,
più forti del ferro che cinge questa nave,
a lei per sempre dona vittoria.
Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti.
Benedici nella cadente notte il riposo del popolo,
benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare.
Benedici!
La preghiera del marinaio, nacque nel 1901, da una iniziativa del Capitano Gregorio Ronca, comandante in seconda dell’incrociatore corazzato Giuseppe Garibaldi, e fu scritta nel 1902 dall’illustre poeta Antonio Fogazzaro. Il testo della preghiera fu recapitato nel 1902, al comandante Ronca, molto probabilmente quando si trovava nel porto di Gaeta, e questi ne informò il proprio superiore, il Capitano di Vascello Cesare Agnelli che chiese l’autorizzazione al ministro della Marina, l’Ammiraglio Costantino Morin, di recitarla prima dell’ammaina bandiera. Questa stupenda ode poetica, venne in seguito diffusa a tutte le unità navali e alle basi a terra. Ancora oggi viene recitata in tutte le ricorrenze particolari della Marina Militare, ed al tramonto durante la navigazione.
Ringraziamo il nostro socio di Gaeta, Pietro Leccese che ci ha inviato questa simbolica preghiera, che pubblichiamo volentieri, corredata da importanti notizie sulla sua creazione, in onore e a ricordo dei Marinai d’Italia.