Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 59 – II Trimestre 2019
La goletta “San Michele”
Varata ad Oneglia nel 1888, dai cantieri Terrizzano, stazzava 100 tonn.
Lo scafo era di colore azzurro, timone a barra, era stata costruita per viaggi costieri. Venne armata da Michele Cavallero, ed alla sua morte nel 1907, passò agli ordini del figlio Sebastiano Cavallero. Oltre ai due fratelli, Giovanni e Giacomo, l’equipaggio comprendeva un marinaio ed un mozzo.
Il San Michele era assai noto in Liguria di ponente perché, negli ultimi anni della sua attività, durante l’inverno, era solito stazionare nel porto di Sanremo o di Porto Maurizio.
Durante il bel tempo caricava alla rifusa le sanse che erano sistemate nei magazzini di Arma e veleggiava alla volta di Genova. Molti furono i viaggi che il San Michele effettuò.
A volte lo trovavi immobile nella bonaccia nelle acque di Capo Berta o “volare” con la forza dei freschi venti verso Genova, nella speranza di arrivare sempre prima degli altri barchi di Porto Maurizio, che dovevano ormeggiare e scaricare la loro merce.
Caricava carbon fossile sotto i grandi piroscafi, per conto della fabbrica di mattoni di Arma, Rossat e Arnaldi.
Tutti i viaggi per Genova venivano eseguiti senza un minimo ritardo, consegnando puntualmente i suoi carichi nella rada antistante Arma.
Quindi partiva da Arma carica di sanse (provenienti dai molti frantoi locali) e ritornava carica di carbone. Un particolare curioso; il carico di sanse veniva trasportato a bordo, con una zattera, dalle donne del paese, richiamate a raccolta dal suono di un corno.
Le donne del Borgo venivano chiamate al suono di una tromba anche per le navi che trasportavano vino, per spingere a riva le botti che erano state gettate in mare da bordo delle navi. (ndr)
Nel 1916 il San Michele, venne venduto per 10.000 lire e terminò la sua gloriosa carriera di Goletta, come chiatta nel porto di Genova.
(Dal libro “Vele nella leggenda” del Cap. Flavio Serafini Ediz. Mursia 1979)